Fregna e figa: La porno mamma

lunedì 26 ottobre 2009

La porno mamma

Ero in vacanza da qualche giorno in Tunisia con mia mamma, mia sorella e il suo ragazzo. Avevamo deciso all’ultimo di passare la nostra estate in quel Club Med. Il giorno dell’arrivo un po’ x la puzza di sterco un po’ per la finestra della camera che non si apriva, non ci aveva fatto una bella impressione; tuttavia inseguito ad una perlustrazione del luogo tutto ci sembrò giusto e perfetto. Le camere erano attigue, in una mia sorella e il suo ragazzo, nell’altra io e mia madre. Passammo qualche giorno in tranquillità; bagni nel mare, qualche partita a pallavolo e un po’ di sano sole in piscina. Tuttavia questa fittizia tranquillità cessò una mattina, verso le 7:30… mi svegliai accecato dalla luce che entrava illuminando la stanza, e la mia attenzione fu attirata sul letto vicino dove immobile riposava mia madre. Vestiva con una camicia da notte in seta bianca che lasciava vedere gli slip e il reggiseno bianco; il tutto precisamente coordinato. I miei occhi si soffermarono sui suoi seni grandi che spiccavano dando la sensazione di due montagne che sovrastano la pianura. Poi indirizzai lo sguardo verso il monte di venere che era perfettamente avvolto dalla stoffa degli slip. Mi stavo eccitando e non potevo fare nulla per soddisfare la mia eccitazione davanti a quello spettacolo. Mi voltai e cercai di riprendere il sonno. Dopo circa due ore mi svegliai nuovamente destato dal rumore dell’acqua del rubinetto. Uscì mia mamma dal bagno con un asciugamano dicendomi di sbrigarmi perché tra poco avrebbero chiuso la zona ristorante per le colazioni mattutine. Mi alzai velocemente, mi lavai e indossando il costume ed una maglietta corsi insieme con lei verso il ristorante. Dopo una cospicua colazione tornammo in camera per lavarci i denti e qui mia madre Lucia mi domandò di spargerle la crema sulla schiena prima di andare in spiaggia. Si spogliò rimanendo in mutande e reggiseno e si sdraiò. Mia mamma era una donna di 45 anni bassa, con un bel fisico e un viso gentile. Aveva un pelle morbida e delicata che al contatto con la crema e i miei massaggi divento subito rossa. Una volta terminato con le spalle e la schiena mi disse se ne volessi anch’io. Non curante le dissi di no, poi dopo qualche istante ci ripensai e le chiesi se potesse fare qualche passata sul petto che spesso mi bruciavo e volevo evitarlo per quella volta. Mi fece sdraiare al suo posto e dopo essersi passata un po’ di crema sulle mani incominciò. Sentivo le sue mani uniformarsi sul mio petto e in preda a queste sensazioni inconsciamente mi scappò un:

- Ancora, così-. Si arrestò repentinamente e con tono incerto mi disse:

- Cosa scusa?, non ho capito-. In quel momento la pazzia s’impadronì d’ogni mia volontà e senza pensarci le afferrai il collo con ambo le braccia e la strinsi a me. Sentivo le sue tette premere contro il petto e l’adrenalina aumentò. Lei immediatamente mi domandò cosa stessi facendo ed io ormai soggiogato le risposi che avevo voglia di lei. Presa alla sprovvista mi disse che stavo delirando, senza sapere cosa stessi dicendo… Offeso dalla sua reazione presi l’iniziativa, l’afferrai per le braccia immobilizzandola e con il laccio dell’accappatoio che pendeva dalla poltrona le legai le mani ai manici sporgenti del letto in modo che non potesse muoverle poi la sollevai adagiandola sul letto e feci la medesima operazione con le gambe. Immobile ed esterrefatta non accennava alcuna reazione, e con occhi fissi mi guardava intensamente.

- Ora cara mammina giocheremo al dottore e alla paziente, come vi ho visto fare tu e papà- non ero più padrone di me stesso e non mi accorgevo delle mie parole. Dopo un istante di silenzio lei mi disse con voce fiocca:

-Perché mi fai questo?-, dolcemente le risposi:

- perché ti amo-. Lei di tutta reazione non disse nulla e senza pensarci su due volte chiusi la porta della stanza e quella comunicante la stanza di mia sorella poi tirai la tenda e mi avvicinai a mia mamma che ormai si era rassegnata.

- Puoi slegarmi, non scapperò fidati- quelle parole giungevano con una semplicità e una fermezza che mi convinsero. La slegai e una volta libera si slacciò reggiseno e sfilò gli slip e con un sorriso malizioso mi disse:

- Il dottore può incominciare la visita- si sdraiò pancia in su tenendo le gambe aperte mostrando così le sue parti più intime e contemporaneamente iniziò a massaggiarsi le tette. Presi nuovamente la crema simulando una visita dal ginecologo; cosparsi le dita di crema e le infilai subito nella figa che immediatamente si allargò lasciando che le mia dita scorressero fino infondo poi con tono professionale dissi:

- Lo sa signora che ha proprio una bella vagina?!- però è meglio controllare più a fondo con alcuni attrezzi-. Mi denudai e mi avvicinai al suo viso, lei da vera porca osservò il membro e poi con la mano lo strinse portandolo verso la bocca. Mi guardava fisso negli occhi mentre lo succhiava in maniera regolare e da vera troia.

- Ti piacciono le coccole della mamma?!- Il piacere si dipinse in volto di conseguenza accelerò il ritmo potandomi quasi all’orgasmo. Alle prime contrazioni del cazzo si fermò con mio dissenso e disse:

- non vorrai venire proprio adesso?! La visita è appena iniziata-. Si sdraiò sul letto e mi disse di mettermi sopra di lei al contrario così avevamo entrambi i sessi a portata di bocca. Cominciò una splendida 69, mentre mi succhiava il cazzo e le palle infilai la mia lingua nella sua vorace fica aiutandomi con le dita le stuzzicavo la clitoride e poi con colpetti di lingua cercavo di simulare la penetrazione. Iniziò a gemere e ha bagnarsi, era tanto grande la sua fica che sembrava straripasse come un fiume in piena. Venne violentemente sporcandomi il viso dei suoi umori; cercai di berne il più possibile ma come ho già detto era impossibile contenerla tutta. Lasciandomi il cazzo in preda alla fine del suo orgasmo mi sollevai portando il cazzo all’altezza della sua figa.

- No Andrea questo non lo possiamo fare-.Già ci siamo spinti oltre i limiti..—Ma mammina il dottore deve finire la sua visita, è suo dovere dare il meglio di se stesso.- Ci penso qualche istante e poi disse…

- oramai arriviamo fino in fondo.- Non me lo feci ripetere, le divaricai le gambe il più possibile e infilai la mia verga nel suo forno bollente. E mentre chiudeva gli occhi, per sentire meglio il piacere, iniziai a muovermi dentro di lei facendo scorrere il cazzo dentro e fuori. Era tanto larga che sentivo il cazzo perdersi nella sua immensa caverna; e per aumentare l’adrenalina al cervello presi con le mani le sue tette e diedi il ritmo muovendole su e giù. L’orgasmo era ormai prossimo…

- Dai Andrea muoviti più veloce- si vengoo- anch’io mamma… Sborrai tantissimo, perdendo i sensi e quando mi ripresi eravamo abbracciati nudi e ancora felici. Per qualche giorno ci stuzzicammo con qualche bacio e alcune toccatine finchè una mattina durante la doccia, mamma entrò in bagno e mentre si preparava uscii dalla doccia e le chiesi di passarmi l’accappatoio. Lei completamente nuda si sporgeva in avanti verso lo specchio a muro, lasciando intravedere il rigonfiamento del monte di venere… io eccitato da quella visione mi avvicinai e con il cazzo duro lo infilai nella figa e iniziai a pomparla senza aspettare ogni sua minima mossa. Iniziò a gemere sempre più forte, la schiacciai con le tette al muro e mentre la scopavo, la baciavo sul collo. Poi la scostai e le presi le tette continuando il movimento in lei. Mi fermai e uscendo da lei mi sedetti sulla tazza del water e le dissi di sedersi. Si mise di schiena verso di me, divaricò le gambe e fece nuovamente scivolare il mio cazzo in lei. Le presi le tette sentendo i capezzoli durissimi e di lì a poco iniziò a muoversi lentamente per sentire tutta la lunghezza del cazzo. Lei senza fermarsi si strinse il più possibile a me e poco dopo inarcò il corpo in preda agli spasmi dell’imminente orgasmo. Senza alcun ritegno, in preda al massimo del piacere urlò:

- Chiavami e fammi morire dal piacere, piccolo porco!- ormai ero all’estremo anch’io e chiudendo gli occhi le sborrai dentro sentendo le sue pareti interne contrarsi… e in quella posa amorosa godemmo allo spasmo.

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